Musei di Arezzo

Museo archeologico statale Gaio Cilnio Mecenate

Dedicato all’aretino Gaio Cilnio Mecenate, importante personaggio della Roma al tempo di Augusto dal quale viene la parola mecenatismo, è ospitato dal 1937 nell’ex monastero di San Bernardo, costruito sui resti dell’anfiteatro romano del II secolo d.C.

La raccolta si trovava precedentemente in altra sede ed esiste dal 1823. Ampliata da scavi e acquisizioni, venne risistemata dopo la ristrutturazione del monastero del 1951, che sanava i danni bellici. Nel 1973 venne acquisito dallo Stato italiano. Agli anni Novanta risale l’ultimo riallestimento. Il museo si sviluppa su due piani, con una presentazione topografica (al pian terreno) e tematica (al secondo piano, dove si trovano gli oggetti di paleontologia, preistoria, numismatica e le collezioni private donate da alcuni cittadini aretini).>>CoordinateGps

 

Museo diocesano d’arte sacra

Il Museo Diocesano d’Arte Sacra di Arezzo, venne istituito nel 1963, ma aperto regolarmente al pubblico solo nel 1985, e situato in alcuni locali capitolari al di sopra della sagrestia della Cattedrale di San Donato. Nel 2011 è stato trasferito all’interno del Palazzo Vescovile.

Il Museo espone opere d’arte e suppellettile liturgica, databili dal XII al XIX secolo, proveniente dal duomo e dalle chiese del territorio diocesano, significative per la storia e la conoscenza della cultura religiosa ed artistica aretina.

 

 

 

Museo statale d’arte medievale e moderna

Il museo ha sede in un palazzo rinascimentale edificato per la famiglia Bruni, probabilmente dall’architetto Bernardo Rossellino. L’edificio appartenne in seguito alla famiglia Ciocchi del Monte, poi ai Barbolani di Montauto. Dal 1816 fu acquisito dal Granducato di Toscana, pervenendo infine allo Stato italiano. Negli anni cinquanta fu decisa l’istituzione del museo, che venne inaugurato nel 1972.

Il museo custodisce opere provenienti in gran parte dalle collezioni appartenute alla Fraternita dei Laici, associazione a scopo caritatevole nata nel 1262, e dalla Pinacoteca comunale di Arezzo, con i beni artistici incamerati con le leggi di soppressione dell’Ottocento.L’esposizione si sviluppa su tre piani dell’edificio.